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Se siete alla ricerca di cosa vedere in Senegal, allora dovete assolutamente inserire una visita a Saint Louis – o Ndar il lingua Wolof – una città coloniale quasi al confine con la Mauritania, che rappresenta una delle destinazioni maggiormente visitate di tutto il paese.
In molti mi hanno detto che visitare il Senegal senza fermarsi a Saint Louis sarebbe stata una vera e propria follia, così ho deciso di rimediare il prima possibile.
Raggiungerla non è stato semplice: si trova solo a 173 chilometri da Toubab Dialaw, il villaggio in cui mi trovo per fare Workaway, eppure ho impiegato più di sette ore per arrivarci.
L’avventura inizia a bordo di un bus locale: chiunque sia in viaggio in Senegal deve – e sottolineo deve – provare almeno una volta l’ebrezza di viaggiare in un bus pubblico dove succede praticamente di tutto.
La velocità di crociera si aggira intorno ai 50 chilometri orari ed è un continuo susseguirsi di fermate lungo il cammino e sali/scendi di gente che trasporta e vende qualsiasi cosa. Volendo infatti si potrebbe tranquillamente fare shopping a bordo di un bus grazie alle tante ragazze che arrivano cariche di ceste portate sulle proprie teste piene di mango, scarpe, amuleti e chi più ne ha più ne metta.
Durante il mio viaggio sono stata in grado di ottenere una proposta di matrimonio, fare una nuova amicizia con una ragazza locale che mi ha invitata alle sue nozze anche se ancora non ha un ragazzo e anche di comprare un ventaglio di paglia – che mi ha salvato la vita considerando che a bordo ci saranno stati circa mille gradi.
Saint Louis oggi giorno rappresenta la capitale culturale del Senegal: ospita un festival di musica jazz ed è piena di atelier di artisti, artigiani e musicisti.
Il turismo in Senegal sta pian piano crescendo e Saint Louis rappresenta sicuramente una delle destinazioni preferite da noi esploratori oltreoceano.
Trattandosi di una vecchia città coloniale – le mie preferite in assoluto – ho avuto la sensazione di essere stata catapultata nella versione afro di Antigua Guatemala o Cuba. I muri sono color pastello sfumando dal giallo all’azzurrino.
Cosa vedere in Senegal: Saint Louis
Per le strade si respira un’atmosfera rilassata, ben più abituata alla presenza dei toubab (l’uomo bianco) e ricca di sorrisi. Il Senegal infatti viene definito il paese della teranga, ovvero dell’ospitalità. E questo è relativamente vero: dico relativamente perché nonostante i senegalesi siano incredibilmente gentili e ospitali, sanno anche essere di un’insistenza spietata quando provano a venderti qualsiasi tipo di souvenir o chincaglieria.Il centro di Saint Louis si divide in due: da un lato c’è la zona coloniale, frequentata maggiormente dai turisti dove trovare negozietti, gallerie d’arte e ristorantini. Dall’altro, una volta superato il ponte, entra in scena un film completamente diverso: ci si addentra verso il villaggio dei pescatori, dove la vita di strada africana più vera, cruda e dura ti riempie gli occhi estasiandoti con i suoi colori e prendendoti fortemente a calci in pancia a causa della sua ingiustizia.
Il 50% della popolazione in Senegal ha meno di 18 anni, quindi vi lascio immaginare la quantità di manine che mi hanno accolta al suon di Toubab bonjour! Tutto intorno ci saranno centinaia se non migliaia di piroghe super colorate, le imbarcazioni tipiche del Senegal a bordo delle quali gli uomini pescano orate da vendere al mercato. La gente locale si muove a piedi o a bordo di carretti trainati da asinelli e per le strade ci sono tantissime caprette che aspettano solo di essere trasformate in carne da vendere.
A fare da cornice a questo mix di vita e follia ci pensano le stoffe meravigliose e coloratissime degli abiti indossati dalle donne che vanno dal giallo all’arancione, dal verde al turchese, risaltando sul nero ebano della loro pelle e sul bianco dei loro sorrisi.
Alcuni paesi sono così: spaventano e sconvolgono ma una volta superato lo shock iniziale se ne riesce a cogliere la loro bellezza.
Consigli Utili su Saint Saint Louis
Costo dei trasporti per arrivare a Saint Louis, Senegal
Il viaggio di andata partendo da Diamniadio verso Saint Louis a bordo di un bus pubblico ha impiegato 7 ore a un prezzo di 3000 franchi senegalesi – circa 4,50 euro – anche se secondo me dovrebbe costare 2500 franchi.
Il viaggio di ritorno ho deciso di farlo a bordo di un sept-place, uno dei metodi più utilizzati per viaggiare in Senegal. Il principio alla base è lo stesso de los carros compartidos a Cuba o del nostro BlaBlaCar in Europa. Si sale tutti a bordo di una macchina che va verso la stessa direzione e si dividono le spese.
Il viaggio da Saint Louis a Dakar a bordo di un sept-place dura circa 4-5 ore e costa 5.000 franchi senegalesi – circa 7,5 euro. Non di più. Non fatevi fregare 😜
Dove dormire a Saint Louis
Io ho soggiornato presso Chez Titi e mi sono trovata super bene. Il proprietario parla inglese e francese ed è stato molto gentile. Abbiamo pagato una camera doppia con bagno condiviso e colazione inclusa 5.000 franchi senegalesi a notte a testa, ma contrattando un bel po’ e facendo leva sulla bassa stagione e il ramadam in corso. Se non avete paura di rimanere sotto un ponte il consiglio è di recarvi direttamente presso la struttura e contrattare un po’.
Non conoscevo praticamente nulla sul Senegal, che bello scoprirlo attraverso le tue parole! <3
Sono felice di farti scoprire un pezzettino di mondo!
Wow, il Senegal dev’essere un paese splendido! Che belle foto! E pensare che non avevo mai preso seriamente in considerazione l’Africa…invece con i tuoi resoconti di viaggio mi stai facendo venire voglia di andarci!
Anche per me si e’ trattato della mia prima volta in Africa, ma sono certa che ci tornero’ al piu’ presto!
Andrò in Senegal e, quindi, in Africa per la prima volta ad Aprile e una delle principali mete sarà proprio Saint Louis perché è la città dove è nato il mio ragazzo. Con il tuo racconto, mi hai fatto venire ancora più voglia di partire
Ciao Greta, che bello!! Visitare il Senegal con il tuo ragazzo ti dara’ la possibilita’ di immergerti ancora di piu’ nella teranga di questo paese. Divertiti e buon viaggio!!! 🙂
Eh sì, abbiamo una lunga lista di parenti da andare a visitare che lui non vede da 7 anni! Hahahaha però hai proprio ragione, non vedo l’ora di conoscere ancora più a fondo la loro cultura
E come si dice in questi casi… le famiglie africane sono chilometriche! Eheheh 🙂