Indice dei contenuti
Ho sempre sognato di visitare l’Africa; se fino a pochi mesi fa la possibilità di organizzare un viaggio in Senegal mi sembrava quasi un sogno, eccomi che grazie a un pizzico di volontà e a Workaway (in questo articolo vi spiego cos’è Workaway e come funziona), mi ritrovo a scrivere questo post seduta nella mia stanza del Begue Pokai, la guest house con la quale sono impegnata in questo scambio che durerà un mese e mezzo.
Per una Lazy Trotter come me confrontarsi con culture diverse diventa una vera e propria necessità. Un bisogno quasi fisico che mi spinge a esplorare nuovi confini e latitudini.
Ed è proprio questa la magia del viaggio: non più un mero spostamento fisico ma una vera e propria esplorazione attraverso il sé. Ci sono dei paesi in particolare che hanno la capacità di scavarmi dentro e, sebbene mi trovi in terra senegalese da molto poco, posso affermare con certezza che questo angolo di mondo è uno di questi.
Se anche voi avete deciso di organizzare un viaggio in Senegal fareste bene a non arrivare impreparati.
Leggete fino alla fine di questo post, scommettiamo che scoprirete tante cosine che non sapevate?
Ti interessa questo articolo? Salvalo su Pinterest!
Viaggio in Senegal: 10 cose da sapere prima di partire
1. Chi sono i senegalesi?
La popolazione del Senegal è composta da etnie diverse. Quella principale è l’etnia Wolof, caratterizzata da uomini e donne molto alti e dalla presenza fisica particolarmente prestante (in parole povere, sono tutti bonissimi e bonissime. A livello fisico i Wolof hanno sviluppato dei muscoli che noi semplici caucasici non sapremmo neppure immaginare).
2. Sai cos’è una Gazelle?
A proposito di bellezza: le donne Wolof sono chiamate gazelle. Questo termine (oltre a essere il nome della birra nazionale) fa riferimento alla sinuosità che hanno le donne nel camminare. Le gazelle, infatti, sono animali estremamente eleganti, proprio come lo sono le donne wolof.
Le si vede ondeggiare per i villaggi avvolte dai loro abiti tradizionali dai mille colori, spesso con in testa una cesta piena di acqua o di frutta, muovendosi con una grazia e un’eleganza innata che solo le donne di questa regione possiedono.
Piccola curiosità: indovinate un po’ come si chiama la birra nazionale in Senegal? Oh oui! Si chiama proprio Gazelle!
3. Do you speak Wolof?
Le lingue principali che vengono parlate in Senegal sono il Wolof e il francese.
4. Toubab Bonjour!
L’uomo bianco in Senegal viene chiamato Toubab. In base all’inflessione di voce con cui viene utilizzato si riesce a percepire l’intenzione che si nasconde dietro a questa parola. A volte può rappresentare un saluto di rispetto, altre di un termine utilizzato per identificare una persona dalla pelle chiara e, in altri casi, anche un modo come un altro per chiamarti testa di cazzo🙊.
Quando cammino per le strade del villaggio, per esempio, vengo assalita da gruppetti di bimbi che fanno ciao ciao con la manina e gridano toubab bonjour!! E il mio cuore, ovviamente, si scioglie.
5. Questione di religione
Il Senegal è uno stato laico-musulmano. Che cosa vuol dire? Che qui la religione islamica viene interpretata in maniera moderata.
Il canto dell’Imam chiama i fedeli alla preghiera 5 volte al giorno. Alcune donne decidono di indossare il velo, mentre molte altre ne fanno a meno. Ci sono moschee in ogni angolo del paese ma, diversamente da altre zone geografiche, qui la religione musulmana viene interpretata dolcemente e in maniera, appunto, moderata.
6. Quanto costa? Coooosa? Ma sei pazzo!
Tra stoffe, maschere e souvenir vari, la lista su cosa comprare in Senegal è praticamente infinita. Tuttavia, qualsiasi cosa decidiate di acquistare mettetevi in testa che contrattare è fondamentale. Sempre e comunque.
Ricordatevi che a meno che se siete portatori sani di pelle bianca siete automaticamente dei toubab e ogni prezzo che vi viene chiesto ha magicamente subito un’inflazione del 300% circa.
Non siate timidi, tirate fuori il migliore dei vostri sorrisi e spolverate il vostro francese – anche se fino a questo momento ho incontrato tantissimi senegalesi che parlano un italiano quasi perfetto. Contrattare è una vera e propria pratica culturale.
Ricordate anche che litigare per una differenza di pochi euro non ha molto senso: se per noi non si tratta di un cambiamento radicale della nostra economia, magari per loro quella cifra rappresenta una boccata di ossigeno in più, specialmente se si tratta di mamme di famiglia che hanno 4 o 5 figli da crescere.
7. Il tempo è un’opinione
Proprio pochi giorni fa ero a Dakar per aspettare una persona. Avevamo appuntamento per le 15.30 e alle 17.15 ancora non si era visto nessuno. Seduta per terra inizio a chiacchierare con un ragazzo locale che mi guarda come se fossi un’ ingenua e mi dice che prima delle 18.30 non si sarebbe presentato nessuno. Il senso del tempo qui in Senegal non ha senso.
Immaginate un approccio terrone moltiplicato per milioni di milioni di milioni di milioni. Non state di certo a controllare l’orologio, non servirebbe a nulla.
8. E allora mango!
Esistono più di 70 specie diverse di mango in Senegal. Riuscire a riconoscerle tutte sarebbe a dir poco impossibile per gli occhi inesperti di una semplice viaggiatrice. Ma se siete da queste parti provate a dare uno sguardo all’esplosione di colori che prende forma sui banchi di frutta dei mercati di strada.
Oltre a banana e papaya 🍌, troverete le forme e i colori più disparati dei mango locali.
9. Visti & Documenti
- Non serve nessun visto per il Senegal: basta avere un biglietto aereo e via, eccovi diretti verso Dakar.
- Al momento non ci sono vaccinazioni obbligatorie per il Senegal, tuttavia in alcuni casi è consigliata la profilassi anti malarica a seconda del periodo dell’anno in cui si viaggia nel paese. Naturalmente se si decide di partire durante il periodo delle piogge il rischio diventa più alto, ma personalmente non ho mai fatto nulla a riguardo. Ho viaggiato durante la stagione delle piogge in paesi a rischio come lo Sri Lanka, l’India, l’Indonesia e così via. Preferisco usare un po’ di citronella e correre il rischio piuttosto che sottoporre il mio corpo e il mio fegato a una bomba di questa portata. Ma ripeto: si tratta di una valutazione assolutamente personale.
10. Conosci i baobab?
In simbolo del Senegal è il baobab. Non pensate di arrivare fin qui e di trovare leoni, zebre ed elefanti. Il paesaggio di questo paese è piuttosto arido ed è caratterizzato da terra rossiccia e baobab sparpagliati in ogni angolo.
La Casamance invece, una regione al sud del paese, ha una vegetazione ben più verde e rigogliosa, tra alberi di mango e mangrovie che galleggiano nell’acqua.
Libri da leggere prima di partire in Senegal
Mi auguro che queste piccole curiosità vi siano servite a prepararvi per la vostra vacanza in Senegal.
Salutatemi il paese delle Teranga e portate un raggio di sole sempre con voi. Buon viaggio, Inshalla!
Le cose che scrivi sono incredibili! Non credevo parlassero l’italiano in così tanti, come mai?
Non avevo idea delle varietà di mango e non immaginavo fosse possibile che non servono visti. Cioè, ma davvero? Basta il passaporto valido? Ma sei sicura?
Bellissimo racconto e tanta voglia di venirti a trovare. I bimbi che ti gridano “buongiorno testa di cazzo” sono un’immagine che mi fa morire. Sto morendo, adesso. Buon cammino Lazy Lady.
Tanti senegalesi parlano italiano perche’ molti di loro hanno vissuto in Italia. And yesssss, non serve nessun visto per arrivare in questo pezzettino di Africa!
Non vedo l’ora di scendere al sud ed esplorare ancora di piu’ questo paese!! E comunque dai, secondo me i bimbi urlano buongiorno straniera e non buongiorno testa di cazzo. Ma in fondo, chi puo’ saperlo…
Buon giorno _TOUBAB_